Trasmettiamo di seguito una triste notizia che ci giunge dalle amiche dell'associazione interculturale di promozione sociale "Le Mafalde" di Prato
~~La voce di una donna fa paura ad Israele. Negata l’uscita alla coordinatrice del PWWSD di Gaza dopo averle rilasciato tutti i permessi.
Domenica 8 Marzo avremmo dovuto passare a Prato il giorno internazionale della donna assieme a una amica che viene da Gaza Wejdan El Bayoumi.
Wejdan è la coordinatrice del PWWSD (Palestinian Working Women Society for Development) di Gaza City e doveva venire in Italia per un tour di incontri, aveva tutti i permessi per passare da Israele avuti tramite una ONG con cui collabora da anni.
Questa mattina Wejdan si è recata presso il valico di frontiera israeliano di Erez e dopo 3 ore di attesa le hanno detto che non poteva uscire dalla striscia di Gaza per ragioni di sicurezza.
Le ragioni di sicurezza sono la testimonianza di una donna che parla della lotta di altre donne?
Di una madre e moglie che racconta come si vive in un posto dove non si può scappare sotto i bombardamenti di aerei, navi e carri armati israeliani?
Sono queste le ragioni di sicurezza?Sono questo il pericolo?
Vogliamo evidenziare che Israele le aveva rilasciato i documenti per uscire da Gaza, l’avevano illusa di poter essere come tutte le persone che possono scegliere dove andare e che, dopo la lunga attesa dei visti, poteva passare qualche giorno spensierato con le amiche e gli amici in Italia.
Ma non è così.
Nella striscia di Gaza non è così ed Israele dopo averla illusa ha ben pensato di ricordarle che lei è una di GAZA ovvero un potenziale pericolo per lo Stato di Israele.
Israele decide chi e che cosa deve entrare nella Striscia di Gaza, oggetti e persone sono la stessa cosa per loro, anzi gli oggetti hanno più valore per loro dato che sono di loro fabbricazione e di conseguenza gli conviene farli entrare nella striscia per essere venduti a un milione e ottocento mila persone che non possono scegliere che prodotto comprare dato che il monopolio è israeliano.
Vogliamo sottolineare e far conoscere quello che è accaduto perché questo fatto è una della tante, troppe, ingiustizie e violenze che Israele compie da più di 67 anni contro le/i palestinesi.
Ci dispiace molto non potervi fare ascoltare dalla sua voce ciò che lei e tante altre donne devono subire a causa dell'occupazione militare israeliana.
Vi avremmo voluto far conoscere, tramite Wejdan, la forza e determinazione delle donne di Gaza.
Questa è l’ennesima conferma che la Striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto e i carcerieri sono israeliani ed egiziani con il supporto della comunità internazionale.
Cara amica ci dispiace non poter festeggiare con te la festa delle donne, la festa di tutte le donne del mondo, anche quelle di Gaza!
Vi riportiamo la traduzione delle parole che oggi ci ha scritto:
Cari amici e amiche,
sono davvero molto triste nell’informarvi che purtroppo non potrò condividere con voi il giorno della festa internazionale della donna e le altre attività in programma.
OggiAggiungi un appuntamento per oggi avrei dovuto raggiungere Amman per prendere il volo per Firenze, ma in breve questo è ciò che è successo quando sono arrivata al checkpoint di Erez.
Sono rimasta circa 3 ore nel lato palestinese, poi ci hanno permesso di procedere verso il lato israeliano.
Il poliziotto mi ha detto che non sarei potuta entrare. Quando ho chiesto quale fosse il motivo, mi ha detto che anche se avevo il permesso, dovevo tornare indietro per ragioni di sicurezza generale.
Cosi sono tornata a casa.
Sapete mi sento così arrabbiata, furiosa come mai prima d’ora… mi sento disarmata e senza speranza…è una situazione incredibile…così disumana…una situazione in cui le persone non hanno scelta.
Quando ho imboccato il passaggio del checkpoint tra il lato israeliano e quello palestinese, ero con altre 3 persone e uno di loro mi ha chiesto: ‘siamo per caso insetti’?
La giovane ragazza che era con noi ha risposto urlando: ‘no gli insetti stanno meglio di noi perché perlomeno loro possono attraversare Erez’!
È stato uno scherzo di cattivo gusto.
Questa è la nostra vita, una vita in cui altri decidono per noi cosa dobbiamo fare.
Credo che abbiamo davanti a noi ancora un lungo cammino per raggiungere i nostri diritti a tutti i livelli, sia politici sia sociali, e il mio messaggio per voi e le vostre organizzazioni è questo: non perdete l’interesse, continuate ad aiutare le persone più bisognose e meno fortunate e non perdetevi d’animo perché la strada per combattere le violazioni e l’ingiustizia è ancora lunga!
Auguro a tutti/e voi un felice giorno internazionale della donna (l’amore non ha etichette).
Continueremo a lottare contro le ingiustizie come ci chiedi!
Le donne de Le Mafalde